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SIAE e il dazio sui trailer online: forzatura imbarazzante

Il fatto è questo: la SIAE chiede un compenso per ogni trailer video pubblicato su blog e portali Internet, per via della musica protetta da diritto d’autore contenuta in essi. La comunicazione è avvenuta per vie ufficiali direttamente e ha scatenato un vero e proprio putiferio online. A ogni specificazione, l’indignazione della Rete è aumentata. Per prima l’uguale considerazione di video caricati direttamente sulla piattaforma di un sito rispetto a clip embeddate da Youtube, Vimeo e simili. Per seconda la conferma che anche i filmati rimossi generano un compenso da pagare. Dunque, è inutile cancellare tutti i video (come ha fatto, per senso di protesta più che condivisibile Lega Nerd), visto che comunque si è fruito degli stessi e dunque anche della musica contenuta. Ma facciamo un po’ di ordine.

Nel comunicato ufficiale della SIAE si possono leggere frasi che motivano la decisione in modo un po’ malizioso e sottile. Vogliamo dire un comportamento un po’ paraculo? E diciamolo. In buona sostanza il ragionamento è questo: i video di trailer impreziosiscono il sito, portano visite e generano dunque traffico e guadagno per i siti. Ma questi video (caricati o embeddati, online o cancellati, non importa) contengono musica protetta dal diritto d’autore. E i siti non hanno chiesto il permesso e versato il contributo per riprodurle.
 
“Dov’è la sorpresa se un’impresa deve pagare quando si procura le materie prime per fare business?“, scrive la SIAE, che poi aggiunge “Chi le utilizza (le colonne sonore) dovrebbe trovare tutti i titolari delle varie musiche, ma con la licenza della SIAE gli utenti risolvono il problema con un unico pagamento. La licenza della SIAE è quindi una soluzione pratica per chi vuole rispettare la legge“. Una sorta di pubblicità progresso che si appoggia a fondamenta solidissime e che non fanno una piega.
 
Sì, ma che risultano avere un retrogusto un po’ furbesco. Con lo stesso ragionamento, se un blog cinematografico ricava guadagno da ogni post con trailer, allora anche il film pubblicizzato (perché di pubblicità si tratta) ne guadagna e dunque non dovrebbe versare una quota dei ricavi al blog? E poi le pubblicità animate, i video ad e spot sui siti, che contengono musiche e canzoni, pure quelle dunque cozzano contro la SIAE? E, ultimo ma non per importanza, perché questa vicenda è uscita solo in Italia e non nel resto del mondo?

Diego Barbera

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