Facebook ancora sotto accusa sul fronte privacy: questa volta al centro dello scandalo ci sono i profili ombra ossia quelle pagine che sarebbero state create automaticamente su un determinato individuo, raccogliendo tutte le informazioni diffuse dagli amici e dai “potenziali” contatti. Un colpo basso pensato da Mark Zuckerberg che andrebbe ben oltre tutte le violazioni commesse finora. Tuttavia il condizionale è d’obbligo visto che ci sono scarsi indizi sulla sua possibile veridicità della accuse. A cosa servono, dunque, i dati trattenuti dal social network?
Come si comporterebbero questi profili ombra e come sarebbero generati? Sfruttano la marea di informazioni che sono diffuse quotidianamente dagli iscritti al social network da ormai circa 800 milioni di iscritti. Tag non linkati a foto, citazioni e quant’altro che sono raccolti e ordinati in un’identità non controllata dal diretto interessato.
Bufala e realtà? Ovviamente dalle parti di Facebook si smentisce a grande voce, come si è immediatamente operato di fare il portavoce della società Andrew Noyes, che però ha lasciato uno spiffero aperto ai più paranoici: “Tratteniamo pochissimi dati sui nostri database“.
E dunque a cosa servono questi dati trattenuti? Forse non tanto a ricreare i profili fantasma quanto ad aiutare i meccanismi che portano al riconoscimento dei legami tra iscritti e dunque a suggerire amicizie comuni. Di certo, ne sentiremo ancora parlare, nel frattempo, ecco come fare a ricavare tutto ciò che Facebook sa di noi. Qui tutte le informazioni sui nuovi profili con Timeline.
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