Pronta ad avviarsi l’asta per le frequenze destinate ai network LTE 4G a grande velocità in Italia: gli spazi sono stati liberati dal Ministero della Difesa e dal passaggio della televisione dall’analogico al digitale. Al momento attuale si prospetta un introito di minimo 2.4 miliardi di euro, frutto della gara al rilancio di tutti e quattro gli operatori telefonici principali nel Bel Paese come Telecom, Vodafone, Wind, H3G e di Linkem. I consumatori attendono impazienti novità a proposito.
L’LTE può mettere davvero due o tre marce in più alla velocità di connessione in rete da mobile, ma non solo, potrebbe anche risolvere parzialmente il problema del digital divide, andando ben oltre al Wimax, il cui interesse è progressivamente calato.
Vi abbiamo già parlato ampiamente dei vantaggi e dei pregi della tecnologia LTE che sarebbe sulla carta già pronta e attuabile, ma necessitava del supporto imprescindibile delle frequenze libere, da occupare per il 4G. Che sono arrivate. Il ministero dello Sviluppo economico ha raccolto l’adesione per l’asta da parte di Telecom, Vodafone, Wind e H3G e Linkem.
Si “lotterà” per le bande 800, 1800, 2000 e 2600 Mhz che prima erano prerogativa del Ministero della Difesa a scopo militare e delle TV locali che hanno completato la transizione dall’analogico al digitale. Ora la pubblica amministrazione valuterà i contendenti e darà il via libera (verosimilmente, a tutti e 5) entro domani.
Nei successivi 30 giorni si dovranno presentare le offerte per il totale del territorio o per una sua parte, per un introito previsto di 2.4 miliardi, che potrebbe però salire se si volesse l’esclusiva su tutte le frequenze. Non resta che attendere novità.