Google+ è una delle più grandi scommesse di Mountain View, che sta investendo tempo e denaro nel progetto del social network che funge da collante per tutti i servizi di casa. Le nuove stime parlano di 18 milioni di iscritti, con un tasso di crescita in calo rispetto ai primi numeri diffusi (370.000 sarebbero gli italiani su Plus). Inoltre il tempo trascorso sarebbe di 5 minuti contro i quasi 21 di Facebook. Insomma cresce il sospetto che, dopo il primo momento di curiosità, il tutto si dissolva molto velocemente.
Il Bel Paese è in coda alle stime degli iscritti dove guidano gli Stati Uniti (5,3 milioni), seguiti dall’India (2,9 milioni), Regno Unito (0,9 milioni) e Canada (860.000); siamo dietro anche al piccolo Taiwan (500.000) e alla Turchia. Tuttavia sono decisamente pochi gli 1.8 milioni di visitatori unici dell’ultima settimana, per un servizio di tale entità.
La decisione di chiudere i profili di brand, siti (come anche noi di Tecnocino), autorità e celebrità in attesa dell’arrivo di Google+ “aziende” ha abbattuto buona parte del movimento creato, ha stoppato l’invio degli inviti (come nel nostro caso) proprio nel momento in cui i reattori dovevano erogare la massima propulsione di spinta.
Il rischio di ripetere il flop di Buzz è concreto. L’utente medio non smanettone (dunque la maggioranza) si chiede “Perché dovrei stare su Google+, quando utilizzo già gli altri social network?“, insomma con il rischio di ridondanza e ripetitività. Forse l’arrivo del servizio per aziende e la rumoreggiata piattaforma ludica potrebbero variare il trend. Ma il tempo è poco, ci si deve muovere.
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