La Cina potrebbe essere nuovamente dietro gli attacchi informatici che hanno colpito account Gmail di politici americani. I cybercriminali sguinzagliati dal governo orientale avrebbero la responsabilità di tentativi di phishing che hanno raggiunto gli indirizzi di posta elettronica di importanti personalità americane come membri del governo, giornalisti e anche di attivisti cinesi oltre che di autorità sudcoreane. Ritorna in auge la pista di Pechino e si potrebbe riformare un nuovo caso diplomatico con tutte le implicazioni del caso. E’ la stessa Mountain View che ha rivelato dell’attacco. La Cina ha ovviamente rigettato ogni accusa.
Si tratta di un attacco di massa che ha colpito centinaia di caselle di posta elettronica Gmail appartenenti a politici americani, attivisti e giornalisti cinesi. I colpevoli sembrano essere i soliti cracker cinesi che potrebbero anche esser stati assoldati dal Governo orientale. Si è utilizzato il mezzo del phishing.
I pirati informatici avrebbero operato dalla capitale della provincia di Shandong, Jinan, nella parte orientale dell’immenso paese asiatico. E proprio a Jinan si trova uno dei sei uffici di ricognizione tecnica dell’Esercito di liberazione popolare.
E’ il medesimo che era stato associato agli attacchi del 2010 che avevano scatenato un caso diplomatico internazionale. Il Governo cinese ha smentito, quello americano e le intelligence come l’FBI si sono schierate a fianco di Google per andare a fondo della vicenda.