Questa notte alle 2 è partita la 24 ore del World IPv6 Day, la giornata dedicata al nuovo protocollo che andrà a risolvere i problemi legati all’esaurimento degli indirizzi a disposizione degli utenti e degli operatori. Qualche giorno fa era giunta l’ammonizione delle autorità del settore che avevano denunciato che buona parte delle aziende italiane non fosse pronta a questa transizione e che dunque fosse a rischio. Tutte le grandi società informatiche parteciperanno al giorno di test: Google, Facebook, Dlink, Akamai, Yahoo e Limelight Networks fino ai centri di ricerca che andranno a studiare il passaggio da IPv4 a IPv6.
E’ una transizione quasi silenziosa e inconsapevole per milioni e milioni di naviganti che, secondo i programmi, non dovranno nemmeno accorgersi del passaggio al protocollo IPv6, già definito lo standard anti-apocalisse online o meglio dire IPcalisse. Da stanotte sono partiti i test.
E forse solo lo 0.05 per cento degli utenti subirà qualche problema, come stimato dall’agenzia Itu delle Nazioni Unite. IPv4 è giunto alla fine della sua operatività visto che dal 1981 a oggi sono stati quasi esauriti i 4 miliardi di indirizzi a disposizione, come annunciato dalla IANA, che ha stimato nel 2012 l’anno della “fine”.
Come accorgersi del problema? Da rallentamenti nella fruizione dei servizi più utilizzati online ossia quelli del triangolo della perdizione della produttività. Sono 412 i portali che hanno aderito al giorno dell’IPv6, ma in Italia poca roba, d’altra parte siamo un paese del terzo mondo informaticamente parlando.
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