I satelliti Cosmo Skymed sono al centro di una piccola querelle: più che altro c’è un po’ di mistero sull’effettivo utilizzo di questi gioielli tecnologici da 300 milioni di euro ciascuno, capaci di poter scorgere particolari fino a 40 centimetri. Anche di notte e persino con le nuvole in mezzo, da filtro. Con una spesa totale, dunque, di quasi 1.2 miliardi di euro, lo Stato si è assicurato il controllo dei quattro supersatelliti prodotti da Thales Alenia Space, affidandoli poi a un servizio militare che può agire con una libertà non vincolata da regolamenti e controlli. La mini-costellazione accoglierà una nuova coppia di componenti entro il 2015.
Altro che definizione da Google Maps, qui si scende a un valore ancora più importante e per certi versi inquietante visto che si potrebbe quasi paragonare a quello di Street View, il servizio che mappa a livello stradale. L’ultimo dei satelliti è stato lanciato dopo qualche problema tecnico.
Il sistema Cosmo-Skymed può scendere fino a un dettaglio di 40 centimetri ed è ormai controllato dallo Stato con un corposo investimento di 1,137 miliardi di euro spesi dal Ministero della Difesa, da quello dell’Istruzione e delle Attività produttive. Questi satelliti possono vedere di notte o sotto le nuvole grazie al radar ad apertura sintetica Sar-2000 in banda X, producendo anche 1800 foto al giorno.
Si diceva che la definizione militare arriva fino a 40-50 cm su un’area di 11 chilometri quadrati, mentre la civile non scende sotto il metro. Il partner militare è la Francia, quelli civili sono Argentina, Giappone e forse Australia, con uno scambio reciproco di informazioni.
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