Ancora loro, sempre loro: i gemelli Winklevoss sembravano aver mollato l’osso del caso-Facebook con le loro possenti e squadrate mascelle. Invece hanno semplicemente ripreso fiato, riordinato le idee e i documenti legali e sono ripartiti alla carica cercando di spremere al massimo il tubetto del social network dei record. I due canottieri difficilmente avrebbero accettato la resa in cambio di un lauto assegno di 65 milioni di dollari: così infatti è stato e ora rilanciano le accuse in tribunale, continuando la lotta a Mark Zuckerberg.
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