Sono 105 i milioni di dollari che il portale peer to peer (P2P) LimeWire dovrà sborsare all’associazione delle etichette discografiche americane RIAA. Una sorta di riconoscimento per tutti i brani scaricati illecitamente attraverso la piattaforma P2P dedicata appunto a mp3 e affini. Un caso destinato a far parlare di sé visto che si tratta di una sconfitta del peer to peer a favore delle case discografiche. Recentemente un altro portale P2P aveva alzato bandiera bianca, stiamo parlando di Grokster.
Il caso di LimeWire ha diversi punti in comune con quello del primo grande “abbattuto” della pirateria online ossia Napster, ma anche con Kazaa. LimeWire riconoscerà alla Recording Industry Association of America (RIAA) ben 105 milioni di dollari, che in un primo momento potevano essere addirittura 1.4 miliardi!
Si è deciso per una via d’incontro, come spiegato dal fondatore del portale, Mark Gorton, che ha deciso troppo tardi di dare una drizzata al sito creando lo Store legale di canzoni, come ai tempi fece già Napster. C’è da dire che 105 milioni sono una soluzione di tutto comodo visto che si parla di chissà quanti download illeciti in questi anni.
Vittoria dunque per le etichette americane – Arista, Atlantic, BMG Music, Capital, Elektra, Interscope, LaFace, Motown, Priority, Sony BMG, UMG, Virgin e Warner Brothers – che più che per gioire per i soldi incassati, lo fanno per aver affondato il nemico padrone di circa il 56% del traffico P2P illegale mondiale. E ora? Gli utenti si sposteranno su nuovi lidi…