L’e-G8 delle superpotenze del web è stato fortemente voluto dal presidente francese Nicolas Sarkozy come evento collaterale del G8 tenutosi settimana scorsa a Deauville in Francia. Tante belle parole, ma giungono pesanti critiche nei confronti del meeting che ha raccolto a sé diversi esponenti dei colossi del web come Eric Schmidt di Google e Mark Zuckerberg di Facebook (qui sopra ritratti in foto insieme al cancelliere tedesco Angela Merkel). La domanda di fondo, che poi è la stessa che ci eravamo fatti prima dell’inaugurazione dell’incontro, è: può essere servito a qualcosa?
Qualcuno ha immediatamente puntato il dito contro l’assenza all’e-G8 delle vera fondamenta del web ossia i naviganti, gli utenti che sfruttano i servizi, che popolano i social network e che spendono ore e soldi in Internet. Una presenza ovviamente non fisica quanto digitale.
Durante i vari interventi degli invitati è emersa una grande cautela nelle dichiarazioni, un gioco della coperta corta da tirare sapientemente un po’ giù e un po’ su per cercare di coprire interessi contrapposti solo parzialmente: i diritti del singolo e la privacy ma anche la logica commerciale della società.
In generale però la coperta sembra poggiarsi con più decisione dove vivono gli interessi commerciali e aziendali e meno, o comunque in modo non così netto, nella tutela dell’utente. Quantomeno il presidente francese Sarkozy è rimasto coerente andando ad affermare che Internet è un luogo da “civilizzare” e può avere anche ragione, ma così ha sottolineato solo gli aspetti negativi del web e dimenticando in toto gli attivisti e i blogger imprigionati senza il rispetto della libertà di parola.
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