Lo Shuttle Discovery è atterrato al Kennedy Space Center in Florida mettendo formalmente fine alla sua attività. Sarà traslato in un museo dove sarà esposto come una vera e propria reliquia tecnologica, un esempio di come l’ingegno e la tecnica abbiano potuto servire l’uomo per portarlo più e più volte in orbita. Il bilancio di 27 anni di missioni può essere considerato abbastanza positivo, anche se non tutti gli obiettivi della partenza sono stati rispettati. L’ultimo carico hi tech di Discovery era made in Italy e USA. La foto sopra è stata catturata in orbita poco dopo lo sgancio dalla ISS.
Paolo Nespoli e compagni sulla ISS (Stazione Spaziale Internazionale) hanno salutato lo Shuttle Discovery alle ore 13 italiane, la navetta ha proseguito il suo viaggio rientrando senza problemi nell’atmosfera protettaa dallo scudo termico che ha perfettamente funzionato a dovere.
Posandosi sulla pista d’atterraggio del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, planando come un aliante, Discovery ha posto fine alla 39esima e ultima missione dal 1984 a oggi, con gli obiettivi raggiunti della messa in orbita del modulo italiano Leonardo, in compagnia di un equipaggio di sei componenti tutti americani. C’era anche Robonaut R2, l’astronauta robotico.
Presto tutti potranno ammirare al museo il caro e vecchio Discovery, nato con l’obiettivo di ritornare a Terra dopo ogni missione e per aprire la strada al successivo programma verso Marte. Oggi il pianeta rosso è sempre più distante, persino la Luna è un miraggio.