Le stampanti 3D avranno molto più margine di evoluzione di quanto si potrebbe pensare, infatti potranno essere impiegate anche nel settore medico. Il nuovo prototipo può riprodurre una sorta di pelle artificiale a costi contenuti e in tempi decisamente rapidi. In futuro questo fenomeno per ora denominato bioprinting potrebbe coinvolgere anche strutture organiche più complesse come ad esempio intere parti del corpo, da sostituire senza pericolo di rigetto. Ecco la nuova frontiera della medicina hi tech.
Le stampanti 3D possono aggiungere una dimensione e creare oggetti tridimensionali senza fatica. Abbiamo già visto diversi esempi negli scorsi mesi, una possibile applicazione è nell’ambito spaziale con questi macchinari che possono creare al volo (anzi, in orbita!) componenti da sostituire a bassi costi.
La pelle sintetica creata dalla stampante 3D potrebbe aiutare vittime di infortuni gravi fino ai grandi ustionati che devono letteralmente essere ricostruiti nel loro strato superficiale. James Yoo dell’Institute of Regenerative Medicine at Wake Forest University in North Carolina spera che presto ci si possa appoggiare a un dispositivo più compatto, magari portatile.
Lo scanner integrato calcola estensione e profondità della parte da riparare e fornisce una soluzione personalizzata, visto che ogni ferita è diversa da un’altra. In tal modo il tessuto non avrà bisogno di ritocchi successivi. E più si andrà avanti con le sperimentazioni, più la parte da ricreare potrà essere complessa fino a raggiungere, in due decenni, intere parti come arti. Per ora ci si può appoggiare a alternative robotiche, come la mano made in Italy.
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