La NASA ha tenuto un’importante conferenza stampa sulla Astrobiologia che si è conclusa con una dichiarazione significativa: la scoperta di uno speciale microbo che vive in un ambiente considerato finora letale, che utilizza l’arsenico per la propria sussistenza e che in tal senso potrebbe stravolgere le future ricerche di vita extraterrestre nello spazio. Quel microbo è un alieno terrestre perché la sua vita sarebbe impossibile, ma avviene perché di altra “categoria” si tratta, un’esistenza con le sue regole completamente diverse da quanto eravamo abituati.
Insomma c’è la vita come la nostra e poi c’è anche un’altra vita con altre fondamenta e altre strutture. Ciò che per la nostra esistenza è letale ossia l’arsenico che è veleno, per un organismo è la fonte primaria. E’ una creatura-ombra, che c’è e c’è stata a dispetto di tutto ciò che si è ipotizzato finora.
Questo non vuole dire che si è trovata la vita extraterrestre su pianeti o lune del sistema solare o altrove (come sulla seconda Terra appena scoperta), ma che in futuro potrebbero aumentare le possibilità di scovarla visto che si cambiano i presupposti. Il batterio impossibile ha vissuto bello tranquillo sul fondo del Mono Lake al Parco Nazionale di Yosemite, in California, immerso nell’arsenico.
Il suo metabolismo è basato sull’arsenico, vive di quello e così la NASA lancia l’ipotesi “Se la sua sopravvivenza è basata su qualcosa che per noi è letale, allora la vita potrebbe svilupparsi in molteplici modi. E’ un alieno che condivide il nostro stesso ambiente“.
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