Vi presentiamo George, un tipo simpatico: è un robot che viene dalla seconda guerra mondiale, ma non è stato impiegato nel conflitto. Al contrario è “frutto” della guerra nel senso che è stato realizzato utilizzando parti metalliche ricavate dai bombardieri caduti durante i combattimenti dell’esercito britannico. Dopo essere rimasto in letargo per mezzo secolo nel garage del suo inventore, è tornato “alla vita” riconquistando tutte le copertine dei quotidiani fisici e virtuali britannici, come già era avvenuto ai tempi della sua realizzazione. In gallery un po’ di scatti d’epoca e moderni di George.
La Seconda Guerra Mondiale ha inaugurato diverse tecnologie che poi al giorno d’oggi sono state sfruttate per gli usi più disparati come ad esempio i forni a microonde oppure i razzi spaziali. Ma nel dramma c’è anche stato spazio per la creatività come ha dimostrato Tony Sale con la sua meraviglia rimasta nascosta per mezzo secolo in garage.
Tony ora ha 79 anni, ma durante la seconda guerra mondiale era impegnato alla RAF come giovanissimo aiutante e proprio pochi anni dopo ha realizzato George (1,8m) utilizzando parti di un bombardiere Wellington caduto, quand’era appena 19enne. Il robot poteva camminare anzi scorrere sul terreno e riconoscere una luce in una stanza. Un progenitore di Honda Asimo.
George è stato rinnovato con due batterie al litio per le gambe. Poi Tony ha raccontato che il primo George era stato realizzato addirittura col Meccano quand’era soltanto 12enne. La versione definitiva costò 15 sterline di materiale e conquistò le pagine dei giornali nel 1950.
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