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Esseri digitali nel 2020, ecco cosa diventeremo

Fra dieci anni, nel 2020, diventeremo Esseri Digitali: è questa la previsione/promessa di Domenico De Masi, sociologo e professore ordinario di Sociologia del Lavoro presso la facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Il suo intervento Dalla società analogica alla società digitale ha illuminato il passato IAB Forum 2010 di Milano con una visione del futuro che va a estrapolarne le potenzialità e le possibili destinazioni. Una visione condivisibile per certi punti, vagamente inquietante per altri e forse un po’ troppo fantascientifica nelle premesse e in quelli che forse non sono ancora, purtroppo, assiomi. Dopo il salto ecco i dieci punti del suo discorso.

1. Longevità
Con il progresso delle tecniche e delle tecnologie in ambito medico, entro il prossimo decennio – secondo l’opinione di De Masi durante il discorso allo IAB Forum 2010 di Milano da poco concluso – molte patologie come determinati tipi di cancro e l’AIDS saranno debellati; protesi speciali ridoneranno i sensi perduti. Una migliore istruzione ridurrà al minimo l’analfabetismo, progrediranno fecondazione artificiale e clonazione umana. Migliorerà la qualità dell’aria. In tal modo si diventerà vecchi soltanto nell’ultimo anno della vita, quando le spese per i farmaci sono pari a quelle che si sostengono per tutti i precedenti anni.
 
2. Tecnologia
Il XXI secolo sarà quello dell’ingegneria genetica: De Masi ha parlato della tecnologia applicata ai trasporti con auto a idrogeno e teleguidate, ma anche quella dei supercomputer sempre più veloci, compatti e estremamente intelligenti, ben più degli attuali superelaboratori come il mostro cinese da 2.5 petaflop. I processori fra dieci anni avranno la dimensione di un neurone umano e una potenza di un miliardo di transistor, vista la legge di Moore che enuncia che la potenza dei chip raddoppia ogni 18 mesi. I beni di consumo dureranno sensibilmente di più e saranno così piccoli che tutto l’archivio di musica, foto, documenti, libri e tutta la cultura del mondo potranno essere trasportati in tasca.
 
3. Lavoro e formazione
Lo scenario del mondo del lavoro fra dieci anni sarà decisamente diverso secondo la visione del sociologo: le macchine avranno un ruolo più importante e autonomo, soprattutto nei paesi del terzo mondo. I lavoratori creativi non avranno orari né luoghi vincolanti ai quali recarsi ma saranno spinti dalla motivazione, il loro sarà un ozio ricreativo. Gli addetti ai lavori flessibili avranno minori garanzie e gratificazioni per un un massimo di 50.000 ore totali durante la vita, con controlli severi. Tutti gli altri cittadini avranno il diritto di consumare, ma non di produrre. I capisaldi saranno i controlli quantitativi, la motivazione, la condivisione degli obiettivi e la leadership carismatica. Sarà necessario ma non così semplice redistribuire ricchezza e risorse.
 
4. Ubiquità e plasmabilità
Una grande Agorà, ecco come sarà nel 2020 il mondo secondo De Masi: grazie alle tecnologie ci si potrà mettere in contatto con tutto il mondo sempre e dovunque. Tele-apprenderemo, tele-lavoreremo, tele-ameremo, ci tele-divertiremo. I rischi sono quelli della sedentarietà e dunque – in fin dei conti – di un contatto perenne ma solo superficiale con i simili, l’obesità e ricorso a metodi veloci e palliativi per risolvere i problemi. Inquietante la previsione del sociologo sull’uso sempre più consistente di farmaci e chirurgia estetica per plasmare sentimenti e aspetto.
 
5. Tempo libero
De Masi ha calcolato che nel 2020 un ventenne medio avrà a disposizione 600.000 ore di vita, chi si occuperà di lavori flessibili o ripetitivi avrà 60.000 ore di lavoro, 240.000 di “care” e 300.000 di free time. Ma come si occuperanno combattendo la noia, la violenza e la droga? Come crescere intelettualmente? E poi la violenza sarà fisica o solo virtuale? La progettazione del tempo libero sarà più importante di quella del tempo lavorativo.
 
6. Androginia
Le donne rivestiranno un ruolo fondamentale e potranno avere un figlio senza necessariamente dover avere un marito o un partner; viceversa questa capacità all’uomo sarà preclusa. L’essere femminile sarà al centro del sistema sociale, riscattando i torti subiti in precedenza e facendo forza sulla maggiore predisposizione all’estetica, soggettività, emotività e flessibilità. L’androginia sarà lo stile di vita preponderante.
 
7. Estetica
L’estetica fra dieci anni sarà sempre più importante, uno dei fattori più competitivi: il livello di qualità tecnologica già oggi ha raggiunto altissime vette, di conseguenza la perfezione sarà scontata e si punterà sulla qualità formale. Chi si occuperà di estetica sarà più apprezzato, secondo De Masi, di chi invece si occuperà di attività pratiche.
 
8. Etica
Nel 2020 il lavoro sarà quasi completamente terziarizzato: l’affidabilità delle prestazioni sarà il vero vantaggio competitivo, ciò che farà la differenza. E così l’etica dei professionisti comporterà il merito più alto degli stessi. La società post-industriale sarà meno violenta e più onesta di quella industriale. Per avere successo, suggerisce De Masi, si dovrà essere galantuomini. O meglio, correggiamo noi, galantandrogini, rispettando il punto precedente con più coerenza.
 
9. Soggettività e motivazione
Fra dieci anni ci sarà dunque più soggettività, perché ogni individuo potrà differenziarsi più dagli altri seguendo e esplicitando i propri gusti, pensieri e comportamenti individuali. Così percorrerà le vie delle proprie passioni e lotterà per i propri obiettivi con maggiore motivazione. La motivazione, appunto, sarà la leva dell’efficienza più del controllo.
 
10. Qualità della vita
Per tutto ciò che è stato detto, conclude De Masi, sempre più persone capiranno che si vive una volta sola e che quindi si deve sfruttare il tempo dando più importanza alle attività che garantiranno il benessere proprio e altrui. Aumentando le aspettative di vita, ci si preoccuperà più della qualità che, come ora, della quantità.

Diego Barbera

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