Wikileaks pubblica i 400 mila documenti sull’orrore della guerra in Iraq dopo che l’emittente televisiva araba Al Jazira ha frantumato l’embargo: tutta la verità sul sanguinario conflitto sbarca in rete con i dossier che illuminano una situazione rimasta volutamente nebulosa.
Rivelazioni scioccanti e tuttavia, purtroppo, non sorprendenti sulla guerra in Iraq che ha comportato qualcosa come 109.000 morti durante i sei anni di lotta dal 2003 fino al 2009. Oltre il 60% delle vittime riguardai i civili, numeri pesanti e insostenibili
Wikileaks è stata obbligata a diffondere in rete gli oltre 400.000 documenti ordinati in dossier sulla guerra in Iraq dopo la rottura dell’embargo da parte dell’emittente televisiva Al Jazira che ha accelerato il procedimento di disvelamento della verità.
Dal 2003 ossia dall’inizio del conflitto fino al suo termine nel 2009 si sono registrate 109.000 vittime con una percentuale impressionante di civili che ammontano a 66.000, numeri deciamente più pesanti del conflitto ora in corso in Afghanistan.
Dei 66.000 civili ben 15.000 sono scomparsi in modo ancora sconosciuto, come rivelato dalla londinese Iraq Body Count. La macabra firma su questi crimini “legalizzati” sarebbe dei soldati iracheni, con interrogatori e torture sistematiche sui prigionieri. Orrore anche sull’operato degli americani: 681 civili iracheni uccisi nei check point, compresi bambini e donne; omicidio di due giornalisti della Reuters e un numero di soldati avversari anche dopo che si erano arresi. Molti civili sono morti in seguito alle esplosioni di mine anti-uomo: erano mandati in avanscoperta con la scusa di pulire la strada dalle forze di stato.
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