Lo scorso anno un docente di liceo, tale Ron Dantowitz di Brookline (Mass.) ha chiesto ai suoi studenti di pianificare un’ipotetica missione a bordo dell’aereo NASA DC-8 per osservare una sonda spaziale che si disintegra in fase di rientro controllato nell’atmosfera terrestre. Come avrebbero registrato l’evento, come si sarebbero organizzati?
Uno scherzo, anzi diciamo un’esercitazione. E’ stato questo il pensiero dei ragazzi che per 6 mesi hanno lavorato al progetto. In realtà era tutto vero: tre di loro hanno realizzato ciò che pensavano potesse essere fantascienza.
L’annuncio è arrivato il 12 marzo: è tutto vero, salpiamo! Dantowitz e i ragazzi sono stati accolti dalla NASA per tracciare la traiettoria di rientro della sonda giapponese Hayabusa che doveva rientrare sulla Terra a 27.000 miglia all’ora sfracellandosi nei mari australi. Hanno volato a bordo del DC-8 a un’altitudine di 12.000 metri e sono riusciti nell’intento.
“Abbiamo inquadrato Hayabusa con la videocamera, sembrava un puntino bianco, l’abbiamo seguita per un po’ poi è esplosa come fuochi d’artificio arancioni e i pezzi hanno continuato a volare divisi, abbiamo urlato Ooooo tutti insieme“, racconta uno dei ragazzi.
Il team era composto da James Breitmeyer, Brigitte Berman e Yiannis Karavas, li vediamo nella foto qui sopra. Hayabusa è stata la prima missione spaziale che ha incontrato un asteroide per poi riportare frammenti sulla Terra. Lanciata il 9 maggio 2003, Hayabusa ha percorso 7 miliardi di miglia per poi tornare a Terra il 13 Giugno. Ora non resta che esaminare il contenuto della capsula di rientro, caduta con il paracadute al sicuro dall’esplosione della sonda in atmosfera.
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