Marte era ricoperto da un immenso oceano dentro al quale confluivano 40.000 fiumi, con il ciclo dell’acqua paragonabile a quello terrestre: è la ricostruzione del ricercatore italiano Gaetano Di Achille, esempio fulgido e drammatico di cervello in fuga visto che ora lavora in Colorado, ma è prossimo a trasferirsi in Olanda alla ricerca di contratti e obbligato a starsene fuori confine
Come raccontato dallo stesso Di Achille all’ANSA, il giovena Marte poteva davvero ricordare la Terra, se visto dallo Spazio quando il suo orologio contava circa un miliardo di anni ossia 3.5 miliardi di anni fa. Laghi, oceani, fiumi… ma anche nuvole, pioggia e neve. Che fine ha fatto l’acqua?
Il gigantesco Oceano su Marte era prettamente concentrato nell’emisfero nord, occupandone buona parte, si poteva verosimilmente considerare analogo al nostro attuale Pacifico. Ma tutto il ciclo dell’acqua era rigoglioso e abbondante grazie al “sistema circolatorio” di 40.000 fiumi sparsi per tutto il pianeta e tanti laghi sulla terra ferma.
Il racconto del giovane Marte è stato pubblicato sulla rivista Nature Geoscience dall’italiano Gaetano Di Achille, che però aspetta una conferma definitiva dal ritrovamento di sedimenti, dopo aver studiato approfonditamente i dati diffusi dai satelliti che orbitano intorno al pianeta rosso da parte di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa).
L’oceano aveva una profndità di 550 metri e copriva il 36% del pianeta e conteneva dunque circa 124 milioni chilometri cubi di acqua. Ma tutta quest’acqua che fine ha fatto? 3,5 miliardi di anni fa Marte perse lo scudo protettivo ossia campo magnetico che bloccava il vento solare, così l’acqua si è letteralmente dissociata e dispersa. Rimangono solo depositi di ghiaccio ai poli e – forse – in profondità.
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