Facebook e Youtube bloccati in Pakistan: prima è toccato al social network il 18 maggio poi ieri è stato il turno di Youtube. Così in un sol colpo Islamabad fa fuori il portale sociale da 400 milioni di utenti più utilizzato al mondo e il contenitore di videosharing da 2 miliardi di clic al giorno
La causa scatenante sarebbe ancora una volta il mancato rispetto della figura del profeta Maometto, deriso in una serie di vignette e di caricature postate e condivise sia tramite foto e video su Facebook sia sottoforma di clip su Youtube. La sentenza è stata emessa in data 20 maggio dall’autorità sulle telecomunicazioni.
La Pakistan Telecommunication Authority (PTA) ha così confermato il blocco sia di Facebook proposto il 18 maggio sia quello di Youtube il 20 maggio dietro richiesta della Corte di Giustizia di Lahore, stimolata dalle associazioni per la tutela dell’Islam locali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’idea del vignettista americano Molly Norris che voleva istituire il “Draw Muhammad Day” il 20 maggio ossia la giornata delle caricature su Maometto.
La provocazione del vignettista americano era in linea con i tanto discussi disegni del 2006 apparsi su un quotidiano danese che ritraevano il profeta in un modo poco gradito ai musulmani più integralisti. Così Molly proponeva di diffondere caricature su Facebook il 20 maggio raccogliendo subito la protesta di 5500 fan del gruppo natogli contro. E Youtube? La motivazione pakistana è la stessa.
Leggendo non poi così troppo tra le righe la questione delle vignette è solo una scusa per bloccare due portali che permettevano la diffusione delle conoscenze e delle informazioni.
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