Rupert Murdoch è uno che non ha paura di nulla, nemmeno del gigante della rete, Google. Tutti i portali e i contenuti della sua News Corporation sono sul punto di essere oscurati ai motori di ricerca in primo luogo per non apparire su Google News e sugli altri aggregatori di notizie.
Il magnate del Down Under ne ha parlato in casa (inteso sia come canale sia come patria) a Sky News Australia: potrebbero essere presto bloccati gli accessi dei ragni di Google su quotidiani e riviste del calibro di The Wall Street Journal, New York Post e London Times oltre che di portali e canali televisivi.
Non è che il primo passo verso una mossa da molti definita retrograda come il ritorno a un’informazione a pagamento e non più aperta a tutti e libera. La morte del web 2.0? Murdoch si concentra su alto, definendo Google News e gli altri aggregatori dei “ladri del Web, che sfruttano contenuti altrui per generare introiti indebiti”. E lo stesso vale per siti e blog che riportano notizie e contenuti editoriali proprietari. Andrà fino in fondo? E se sì, affonderà il suo progetto?
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