Lunedì sarà il 40esimo anniversario dello sbarco sulla Luna. Per l’occasione vi offriremo un’intervista esclusiva a un pezzo di storia italiana: Achille Judica Cordiglia, uno dei due fratelli che hanno appassionato l’Italia negli anni 60 con le intercettazioni delle comunicazioni tra terra e i cosmonauti russi e americani. In quella notte di luglio del ’69 avevano seguito tutto in diretta per la Radio Svizzera.
L’altro ieri ho avuto il privilegio di intervistare Achille Judica Cordiglia, che ora abita a Ciriè in provincia di Torino. Mi ha mostrato l’immenso archivio di Torre Bert, dove è gelosamente archiviato tutto, ma proprio tutto, il materiale audio relativo all’uomo nello spazio. Chilometri di nastro magnetico di un valore inestimabile, che raccontano una storia che altrimenti sarebbe stata taciuta dal lancio del primo satellite artificiale russo ossia lo Sputnik 1 (con la registrazione del bip bip) alle tragiche voci dei cosmonauti che non hanno fatto rientro tra cui spicca l’inquietante frase “Questo il mondo non lo saprà” che dà il titolo al loro libro che presto uscirà in una seconda versione con nuovi capitoli.
I due fratelli Judica Cordiglia hanno seguito la missione Apollo 11 con una diretta di 12 ore per la Radio Svizzera, in continuo collegamento con la Florida ma soprattutto con la navicella a 300.000 km di distanza. Grazie al potente radioscopio di 8 metri di diametro sintonizzato sulle frequenze dell’Apollo. Un’avventura affascinante che ancora oggi smuove le coscienze. Appuntamento a lunedì per il post con l’intervista e con alcuni file audio delle voci degli astronauti perduti.
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