40 anni fa la Missione Apollo stava per rientrare sulla Terra trionfante. Ma forse non tutti sanno che ha portato in dote tecnologie che poi sono state utilizzate ogni giorno da milioni di persone, soprattutto oggi.
La Missione di Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins ha dimostrato quanto fosse avanzato il progresso tecnologico statunitense (eppure c’è ancora chi nega lo sbarco, ecco come sono state sfatate le leggende metropolitane), spremendo le meningi degli ingegneri e creando una dotazione tecnica rivoluzionaria. Elementi poi diventati civili e best seller.
COMUNICAZIONI WIRELESS: Neil Armstrong ha pronunciato la celeberrima frase a oltre 300.000 km di distanza dalla Terra parlando dentro un’auricolare wireless firmato dalla Pacific Plantronics che ora si chiama Plantronics. Da quel giorno la Plantronics ha proseguito nel progetto prima in campo militare e professionale poi civile. Ed è arrivata ai tanti auricolari d’oggi, tra cui quelli Bluetooth.
SCHIUMA A MEMORIA: è stata sviluppata nel 1966 per aiutare l’assorbimento degli urti nei sedili degli aeroplani spaziali NASA. Ora la schiuma a memoria è utilizzata ad esempio in suole di scarpe, elmetti sportivi e letti d’ospedale.
ASPIRAPOLVERE SENZA FILI: sulla Luna gli astronauti non potevano certo chinarsi a piacimento così la NASA ha tirato fuori il “Dustbuster” sviluppato dalla Black & Decker appositamente per il programma Apollo. Poi ha sfondato in commercio sulla Terra.
VESTITI ANTI FIAMMA: la prima Missione Apollo (1) è finita tragicamente con la morte degli astronauti durante un test preliminare. Troppo ossigeno puro in cambina, è bastata una scintilla. Da quel giorno la Nasa ha utilizzato speciali tessuti anti-incendio formati da Polybenzimidazole (PBI) che ora sono comunemente usati da pompieri, soldati e piloti
VESTITI RISCALDANTI: era utilizzato per reggere pressione, caldo, freddo e trattenere l’ossigeno. Ora sono utilizzati in ambiti professionali e medici.
RICICLO FLUIDI: le attuali macchine per la dialisi usano un procedimento ideato dalla Nasa per aiutare la rimozione dei rifiuti da fluidi esausti. Questo sistema elimina gli sprechi e anche il bisogno continuo di acqua donando discreta libertà ai pazienti.
MACCHINARI PER ESERCIZI FISICI: gli esperimenti in condizioni di microgravità comprendevano una serie di esercizi fisici tramite macchinari che dovevano studiare gli effetti sull’uomo della permanenza in orbita. I macchinari in questione (come l'”horizontal trampoline”), sono stati poi utilizzati dagli sportivi e per le riabilitazioni.
MATERIALI RIFLETTENTI: oggi la si vede spesso nei salvataggi, la famosa coperta isolante color argento o oro riflettente che pur essendo sottilissima mantiene la temperatura proteggendo chi si avvolge dentro. Usati anche in molte abitazioni, nell’abbigliamento tecnico e nei cibi.
SURGELATI LIOFILIZZATI: a proposito di cibi, gli astronauti si mantenevano con cibi surgelati e privati dell’acqua per mantenere intatto non solo il sapore, ma anche i valori nutrizionali. Senza dimenticare che questo procedimento riduce sensibilmente il peso.
LENTI ANTIGRAFFIO: la speciale patina anti-graffio per lenti resisteva anche a pesanti abrasioni. E’ stata sviluppata dall’Ames Research Center della NASA. Foster Grant l’ha usata negli anni ’70 e ’80 per le sue Space Tech Lens. Ora hanno ampio respiro commerciale, anche nell’hitech
ALTRO: Tang, Teflon o Velcro giusto per fare qualche nome… non sono stati inventati quanto ispirati dalle missioni spaziali. Il Tang è a opera di General Foods nel 1957 poi beuto da John Glenn durante gli esperimenti in orbita nel 1962. Il Teflon è del 1938, firmato DuPont è stato vastamente impiegato dalla Nasa. Il Velcro è nato in Svizzera negli anni ’40, usato per bloccare attrezzatura a gravità zero. Tutti materiali usati nello Spazio e poi “esplosi” a Terra.
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