Leggere nella mente è una capacità che hanno molte persone. Nei romanzi e nei film.
Nella vita reale invece tutto rimane avvolto da un alone di mistero e di fantascienza, promesse di dispositivi e prototipi, ma scarsi risultati pratici. Dal Canada arrivano buone nuove.
Si tratta di una ricerca particolare che pone al centro un bisogno reale più che uno sfizio da onnipotenza: niente deliri da conquistatori del mondo o appassionati di giochi d’azzardo che vogliono leggere nella mente altrui per captare informazioni in modo sudbolo, ma un aiuto vero a chi ne ha bisogno.
La ricerca parte infatti dal più grande Ospedale pediatrico per la riabilitazione che sta studiando un metodo per aiutare bambini affetti da gravi handicap. Queste persone non possono esprimersi e non è affatto facile interpretare i loro bisogni e le loro richieste, così si è realizzata un macchinario in grado di svolgere questo compito. Misurando l’intensità della luce vicina all’infrarosso assorbita nel tessuto celebrale può ad esempio capire la preferenza di una bevanda rispetto a un’altra con una precisione dell’80%, successivamente si potrà captare pensieri anche più elaborati.