Noi umani, chi più chi meno, vediamo faccine ovunque: negli oggetti, nelle nuvole, persino nelle pieghe dei vestiti. Ma un computer fa molta fatica, non ha la nostra abilità (creativa) per vedere ciò che in realtà non c’è, a immaginare. Così si deve ricorrere a particolari software, come questo sviluppato dal MIT
Allo stesso modo una persona accovacciata o girata di spalle può essere istantaneamente riconosciuta da un essere umano, ma un pc non ha la stessa immediata precisione. Così i ricercatori dell’università del MIT hanno sviluppato un particolare software che riesce a riconoscere un soggetto da pochi pixel, come ad esempio in una foto sfocata o rovinata. Antonio Torralba, assistente del MIT Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory, ha collaborato a questo progetto che si poneva come quesito principale “Qual è il minimo di informazioni che un pc può avere per riconoscere la natura, l’identità di un oggetto o di una persona?”.
In questo modo i pc sapranno ciò che si sta, ad esempio, caricando su un sito di foto o video sharing oppure cosa si sta scaricando sul pc e quindi implementare il sistema degli automatismi e delle correzioni non manuali.
Le immagini sono stringhe di numeri e immagini simili avranno codici e sequenze simili. Al progetto hanno collaborato anche Rob Fergus del Courant Institute della New York University e Yair Weiss dell’Università Ebrea di Gerusalemme.
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