L’astronauta italiano Paolo Nespoli salpò verso la ISS il 15 dicembre 2010 a bordo della Sojuz TMA-20 per la missione MagISStra dell’ESA. Un anno più tardi ci ha accolti a Verano Brianza, città in cui è cresciuto, per una video intervista esclusiva per Tecnocino. Paolo ci ha raccontato della missione e delle tecnologie in orbita, ma anche delle sue passioni hitech a Terra e nella vita di tutti i giorni, dagli smartphone alla fotografia digitale. Ne è venuto così un ritratto imperdibile, per scoprire il dietro le quinte della Stazione Spaziale Internazionale con i dispositivi utilizzati. Ma anche per sorprendersi della natura da vero smanettone di Nespoli, il cui sistema operativo mobile preferito vi stupirà…
Paolo Nespoli è nato a Milano il 6 aprile 1957 e ha conseguito a New York un Bachelor in Science in Aerospace Engineering nel 1988 e un Master of Science in Science in Aeronautics and Astronautics nel 1989 al Politecnico della New York University. L’anno dopo si è laureato in ingegneria meccanica a Firenze. Nel 1991 l’ingresso all’ESA, l’ente spaziale europeo. Attualmente è Ingegnere ufficiale con il grado di maggiore, della riserva dell’Esercito Italiano, per il quale ha servito in Libano nella Forza Multinazionale di Pace dal 1982 al 1984. Ha trascorso un totale di 174 giorni, 9 ore e 40 minuti in orbita. Già, perché oltre ai sei mesi dell’ultima missione, era stato protagonista della STS-120 partita il 23 ottobre 2007 con lo Space Shuttle Discovery in qualità di specialista di missione.
Nonostante l’influenza con congiuntivite annessa e l’imminente partenza verso Londra – era per altro da poco arrivato in Italia da Houston in Texas e da Colonia in Germania – Paolo Nespoli ci ha accolti presso la casa della zia a Verano Brianza, un piccolo centro non distante da Monza dove è cresciuto. Un ambiente famigliare e rilassato, che ha creato subito la giusta intimità. Tempo di sistemare telecamera e cavalletto e via nel viaggio della memoria ricordando i sei mesi (157 giorni) in orbita.
Paolo ha soddisfatto le curiosità come ad esempio il modo in cui, nella pratica, si utilizzavano Twitter e Flickr, ma anche i modelli di fotocamera digitale a bordo e l’uso di dispositivi “comuni” come iPhone e Nexus S.
I due smartphone sono stati portati a bordo per sfruttarne le funzionalità e le capacità evolute: il primo per misurazioni molto utili a un basso costo, il secondo per controllare i robot Spheres. A proposito di robot, il futuristico Robonaut sostituirà del tutto gli astronauti in carne e ossa?
La risposta di Paolo è lungimirante e saggia: automi e umani coesisteranno, ognuno si occuperà dell’ambito e del compito in cui potrà dare il meglio di sé. D’altra parte la via della sicurezza sarà l’unica da percorrere e per determinati lavori l’automa potrà perfettamente sostituire l’astronauta umano, che a sua volta però sarà fondamentale per supervisionare e soprattutto per prendere decisioni in condizioni di emergenza. La scelta dei dispositivi tecnologici a bordo segue severi controlli di sicurezza e per questo non è sempre all’ultimo grido: ad esempio i laptop della ISS non sono più in commercio sulla Terra: la NASA effettua test anche pesanti per garantire la massima sicurezza a bordo e quindi disseziona, stressa, brucia i dispositivi e di conseguenza la situazione non è proprio stato dell’arte.
Dopo una piccola dissertazione sul turismo spaziale (appoggiato in pieno da Nespoli, “Tutti dovrebbero provare la sensazione di microgravità e tutti dovrebbero poter guardare la Terra dallo spazio”) e sulle missioni future verso Luna e Marte, abbiamo lasciato idealmente l’orbita per atterrare. Quali sono le passioni di Paolo nel (pochissimo) tempo libero? Fotografia digitale e software sono al primo posto della lista. Sul tavolo dell’intervista abbiamo notato un Blackberry e un HTC HD7 con Windows Phone così è scattata subito la domanda: qual è il sistema operativo mobile preferito? La risposta ci ha sorpresi: Windows… Mobile. Sì, esatto proprio il tanto criticato Windows Mobile 6.0, 6.1 e 6.5, il perché è lampante e ben motivato, nel video la risposta di Paolo.
A chiudere l’intervista due domande di colore: la prima sull’Inter, squadra del cuore di Nespoli, che ha portato in orbita la maglia neroazzurra (primo caso nella storia delle missioni spaziali) e sulla situazione delicata dell’Italia (e non solo). Tornerà nello spazio? “Se avessi la possibilità certamente – risponde Paolo – è veramente emozionante essere su, trovarsi in questa situazione di microgravità dove le leggi normali, a cui uno è abituato, lì non funzionano. Si deve imparare, si deve cominciare tutto da capo, mi sono sentito un bambino alla scoperta di un mondo nuovo. Vedere la Terra da lassù è veramente uno spettacolo unico, c’è questo pianeta blu che ti passa sotto e sembra una nave in viaggio verso l’universo. E noi siamo i marinai. E si vede quanto è piccola: italiani, francesi, tedeschi, svizzeri sono tutti lì. Si viaggia a 7 km/s e in pochi istanti passi sopra tutta l’Europa e ti rendi conto di quanto è piccola. Siamo tutti su questa nave, marinai responsabili di gestirla e di mandarla avanti. E’ una visione particolarmente bella e vorrei che tutti la potessero avere“. Insomma, un video da non perdere, il primo di una serie di interviste esclusive, solo qui su Tecnocino.