Whatsapp down verso le ore 22 del 3 maggio 2017 per diverse ore: i problemi hanno afflitto l’app di messaggistica istantanea in alcune zone di Italia, Europa, Africa, Sudamerica e USA con l’impossibilità di inviare chat, foto e video. Naturalmente l’hashtag #whatsappdown è diventato trend globale. Il disservizio è durato per svariato tempo ma tutto è tornato nella norma. Tuttavia, come era già capitato in tutte le altre occasioni nelle quali l’app di proprietà di Facebook andasse a ramengo, anche nell’ultima evenienza, l’utenza si è ammassata a protestare soprattutto su Twitter e sono spuntati come funghi i messaggi beffardi che inneggiavano al ritorno degli SMS oltre che alla promozione delle alternative a WhatsApp come Telegram oppure WeChat o ancora Viber. Ma cosa è successo in quei momenti? Cosa ha portato i server a crollare e a riprendersi se non dopo diverso tempo? E come agire quando WhatsApp non funziona? Inoltre, il Codacons è subito passato all’azione.
Il down del 3 maggio su WhatsApp
Cosa diavolo è successo il 3 maggio 2017? Alle ore 22 circa sono apparsi i primi tweet su Twitter e l’hashtag classico del disservizio – #WhatsAppDown – ha iniziato a cavalcare sempre più in modo perentorio e imponente i trend mondiale fino a installarsi al primo posto. La scala era globale dato che i cinguettii arrivavano da tutto il mondo, eppure diverse persone denunciavano l’esatto opposto ossia un niente di fatto. Da primi riscontri, gli smartphone Android erano in maggioranza tra quelli più colpiti, ma è anche il caso di notare che gli iPhone occupano una fetta di mercato più limitata, dunque era più che fisiologico. Cosa non funzionava? Tutto. Chat non inviate, così come foto e video e anche contatti o posizioni da non poter condividere, niente chiamate vocali e compagnia bella. Tutto bloccato (qui potete trovare dei consigli quando WhatsApp non funziona).
Le cause del down di WhatsApp del 3 maggio
Quali erano le cause di questo down di WhatsApp del 3 maggio? Alle 23.59 – vedi screenshot – nientemeno che Mark Zuckerberg ossia il CEO di Facebook proprietario di WhatsApp, come un normale impiegato di customer care, rispondeva online a una lamentela di un utente affermando di essere al lavoro per una pronta risoluzione. Tutto tornava normale alle 00.30 circa con i messaggi, foto e video bloccati che venivano inviati gradualmente. Non ci sono ancora spiegazioni ufficiali, ma il blackout è stato causato quasi sicuramente da malfunzionamenti dei server con effetti a catena. Tutto è tornato ok e rosa e fiori? No, leggete sotto.
La richiesta di indennizzo di Codacons
Dalle 22.30 di ieri 3 maggio 2017, WhatsApp ha avuto un blackout, era in down, e il Codacons si è subito mossa per chiedere un indennizzo dato che gli utenti non hanno potuto usare il servizio e non sono stati adeguatamente informati. Il presidente Carlo Rienzi: “Si tratta di un disservizio che ha creato enormi disagi agli utenti. A dimostrarlo sono le tante proteste sorte sul web da parte di cittadini rimasti per ore isolati su WhatsApp. Ad aggravare la situazione, oltre al blackout, la totale assenza di informazioni rese dall’azienda ai propri clienti attraverso i social network, che ha alimentato confusione e incertezza”. Da qui, la richiesta: “Riteniamo che l’azienda debba risarcire i propri utenti per l’episodio di ieri, perché il danno per i consumatori è stato evidente. In tal senso chiediamo a WhatsApp di studiare forme di indennizzo automatico in favore degli utenti italiani coinvolti nel blocco del servizio registrato mercoledì 3 maggio”.
Cosa fare se WhatsApp non funziona? Ecco la nostra guida con tante risoluzioni e consigli pratici per le problematiche da risolvere.