Questa volta è Apple stessa che anticipa la stampa e racconta la situazione nelle fabbriche cinesi dove si producono e assemblano componenti e dispositivi come iPad e iPhone. Il report riferito al 2012 rivela di 106 casi di lavoratori minorenni (spesso proprio bambini) sotto i 16 anni d’età impiegati illegalmente nelle catene di montaggio. Di questi, ben 74 erano concentrati presso uno stabilimento che è stato poi immediatamente depennato dall’elenco dei fornitori. Il titolo del report è “Responsabilità dei fornitori” e racconta all’istante la posizione in cui si mette Apple: la responsabilità di questi scempi è delle aziende manifatturiere e Cupertino – in questo senso – si pone come vittima. Tim Cook – l’AD – sta combattendo da tempo il fenomeno, ma al momento della scelta delle aziende manifatturiere si era ben consci della situazione dei lavoratori (non solo quelli minorenni).
Apple e Foxconn: condizioni lavorative estreme per produrre iPhone 5
Apple e Foxconn ancora al centro delle critiche: questa volta viene attaccata la Fair Labor Association ossia l’associazione che dovrebbe monitorare su e tutelare i diritti dei lavoratori. Tuttavia sembra che vada troppo sul leggero con Cupertino, soprattutto ora che le aziende manifatturiere sono a pieno regime per la produzione del “difficile” (da assemblare) iPhone 5 stanno emergendo tutte le difficoltà sulle condizioni lavorative al limite negli stabilimenti. Ad affermarlo è il Economic Policy Institute (EPI): Foxconn è ancora ben lontana dagli standard e dai regolamenti richiesti, con orari estenuanti (anche 100 ore “fuorilegge” al mese per la linea produttiva di iPhone 5), ambienti difficili, maltrattamenti soprattutto psicologici e (si veda sotto) anche l’uso di lavoratori minorenni.
Uscita come indiscrezione è stata poi successivamente confermata: Foxconn, ossia l’azienda manifatturiera che produce e assembla gli iPhone per Apple, aveva utilizzato bambini come operai presso le catene di montaggio in Cina. La denuncia è scattata dall’organizzazione China Labor Watch Group di stanza a Hong Kong che ha il compito di monitorare la situazione negli stabilimenti: sono stati scoperti circa 60 quattordicenni tra gli 80.000 dipendenti dello stabilimento di Yantai, nello Shandong. Foxconn in un primo momento ha smentito, poi ha ceduto e ha confessato: in Cina il lavoro è vietato per gli under 16
Ancora polemiche intorno alla Foxconn ossia all’azienda manifatturiera cinese che produce i gioielli per Apple compreso l’ultimo iPhone 5. Un giornalista si è infatti infiltrato all’interno delle catene di montaggio facendosi assumere come operaio e ha denunciato condizioni inaccettabili sul lavoro, ancora una volta e ancora nonostante le promesse di Cupertino di risolvere i problemi. Nei dieci giorni necessari a osservare da dentro la situazione, l’inviato in incognito dello Shanghai Evening Post è stato assunto nello stabilimento di Taiyuan. E cosa ha osservato? orari e turni massacranti, rimproveri esagerati per piccoli momenti di pausa, spazi ristretti e soffocanti e come se non bastasse la situazione sarebbe al limite anche negli edifici dormitori satelliti con 10 persone su un solo letto a castello e condizioni igieniche disastrose, con scarafaggi, inquinamento acustico e intossicazioni.
Intanto lo scorso febbraio Apple non si è nascosta più dietro a un dito e ha inaugurato un nuovo corso nei vari stabilimenti Foxconn in Cina, dove si fabbricano iPhone e co. e dove da tempo si denunciano condizioni lavorative inumane e ondate di suicidi. Qualche mese fa il nuovo numero uno di Cupertino, Tim Cook, aveva affermato di non aver nulla di cui scusarsi o di cui preoccuparsi. Poco dopo, però, Apple ha confermato che aprirà a una serie di colloqui volontari dei dipendenti, i quali saranno ascoltati per fare chiarezza intorno a tutte le dichiarazioni, le indiscrezioni e le voci che trapelano al di fuori delle mura degli stabilimenti. La presa di posizione decisa potrebbe finalmente andare a risolvere uno dei lati più oscuri del gigante di Cupertino.
“Crediamo che tutti i lavoratori abbiano il diritto di poter lavorare in un ambiente sicuro, ed è per questo che abbiamo chiesto alla FLA di valutare le condizioni negli stabilimenti manifatturieri – ha affermato Tim Cook – Le ispezioni che si stanno effettuando non hanno precedenti nel settore della produzione di dispositivi elettronici, sia per scala sia per entità e apprezziamo che la FLA abbia acconsentito a questa iniziativa identificando le società nella propria indagine“. Che cos’è la FLA?
FLA è l’acronimo di Fair Labor Association ossia l’associazione che vigila sulle corrette condizioni umane e i diritti rispettati sui posti di lavoro. Il presidente Auret van Heerden ha annunciato l’inizio delle prime ispezioni lunedì mattina presso Shenzhen nel complesso (tristemente noto) di Foxconn City. La Foxconn, per altro, non è l’unica società coinvolta in queste indagini visto che si parla anche della Pegatron e della Quanta, che producono (non solo per la Apple) componenti fondamentali per computer, smartphone, tablet e una grande serie di dispositivi elettronici.
Da troppo tempo si parla di turni esagerati di lavoro, con i dipendenti che – organizzati in catene di montaggio da inizio del secolo scorso – montano a ritmi assurdi i piccoli componenti che a loro volta andranno a formare grandi componenti che saranno integrati nei dispositivi elettronici moderni. iPhone su tutti – ma solo perché è il più venduto – ma anche i tablet di Kindle, giusto per fare un altro esempio eclatante. Si spera che i colloqui portino a una maggiore chiarezza, soprattutto in merito agli orari e alla comunicazione con i dirigenti, ma anche l’entità dei salari, la sicurezza sul lavoro e la generale salute dei lavoratori. Potrebbe uscirne un quadro preoccupante, ma Apple ormai si è esposta in prima persona e difficilmente gli eventuali problemi saranno lasciati a se stessi. Sarà anzi l’inizio di una sorta di rivoluzione industriale cinese che potrebbe andare a coinvolgere anche tutte le altre società occidentali con stabilimenti in Asia.
Intanto emergono nuovi progetti che potrebbero risollevare la reputazione della Foxconn: robot intelligenti che sostituiranno migliaia di lavoratori umani sfruttati.