Quale miglior scenario per provare una tra le migliori fotocamere digitali al mondo, Nikon D800, se non la città più famosa al mondo? New York ci ha accolto per un evento unico, 48 ore in giro per le strade dei suoi quartieri per testare le performance del sensore full frame da 36 megapixel appena riconosciuto col punteggio di 95/100 dai francesi di DxO Lab. Un dato mai registrato prima. Abbiamo così potuto spremere la D800 in ogni condizione di luce e velocità del soggetto, sia in foto sia in video. Già, perché la nuova Nikon può catturare filmati a risoluzione 1080p Full HD con tanto di audio di qualità grazie al microfono incorporato (o a quello aggiuntivo). In fotogallery un po’ di immagini dei vari eventi durante la due-giorni, dopo il salto il racconto della prova, la scheda tecnica e la videorecensione
La fotocamera è arrivata qualche giorno prima della partenza, in uno scatolone insieme a due obiettivi Nikkor, un 50mm f/1.4 e un 24-70mm, due batterie extra standard, una custodia da viaggio e un microfono aggiuntivo. Il primo impatto è quello che poi verrà confermato durante i giorni seguenti: siamo di fronte a uno strumento professionale, a una fotocamera con valori superiori a quelli di diversi dorsi digitali di medio livello, come da test della società francese DxO Labs, che ha assegnato un voto complessivo di 95, per la prima volta nella sua storia. Partiamo subito con la scheda tecnica di Nikon D800:
- Dimensioni 146 x 123 x 82 mm per 900 grammi di peso (solo corpo macchina)
- Sensore CMOS FX (full frame) da 36,3 megapixel
- Mirino ottico 0,7x (50 mm f/1.4 impostato su infinito, -1.0m-1)
- Display LCD da 3.2 pollici e 921.000 punti
- Slot CF (UDMA 7) e SD (SDXC e UHS-1)
- Batteria ricaricabile Li-ion EN-EL15 per 850 scatti o 1 ora di video con LiveView
- Tempi di posa da 1/8000 a 30s
- Tempo di avvio 0.12 secondi; ritardo allo scatto 0.042 secondi
- Sistema Nikon Multi-CAM 3500FX AF a 9, 21 e 51 punti
- Videorecording Full HD 1080p) in 30p, 25p e 24p o 60p, 50p e 25p a 720p
- Processore EXPEED 3
- Sensibilità ISO 100 a ISO 6400
In questo articolo ci soffermeremo sull’esperienza e sulle varie situazioni magistralmente proposte da Nikon nella Grande Mela, per poter testare a dovere la D800. Vi rimandiamo all’articolo preliminare sulla scheda tecnica e sulle varie funzioni di Nikon D800.
Se il primo giorno è stato dedicato alla raccolta di tutti i partecipanti dai vari aeroporti e soprattutto dalle varie nazioni non solo europee, confluiti poi allo Standard Hotel di Washington Street, a due passi dal fiume Hudson, i successivi due sono stati pregni di eventi. La mattina del 27 marzo è stata occupata dalla conferenza stampa presso la The High Line Room. In realtà, non si è parlato molto della Nikon D800 in sé quanto delle sue performance, soprattutto in video. A tal proposito abbiamo assistito alla prima del cortometraggio Joy Ride, realizzato dal celebre Sandro Milier (noto per i ritratti fotografici) alla regia e da Anthony Arendt (che ha lavorato spesso con James Cameron, ad esempio in Avatar) come direttore della fotografia, un piccolo film girato interamente con la Nikon D800.
E i risultati sono davvero straordinari, anche se – è il caso di specificarlo – sono stati utilizzati sistemi steady-cam professionali per spremere al meglio le potenzialità e aggirare il suo unico difetto (che abbiamo riscontrato), ossia l’autofocus un po’ ballerino proprio in videorecording. Il corto è stato realizzato interamente con luce naturale, registrando a ISO800 con pochissimo rumore prodotto; sono state utilizzate diverse lenti: le ottiche fisse per riprendere gli angoli più bui di Chicago, gli zoom grandangolari per i campi lunghi e l’obiettivo 400mm f/2.8 per creare un suggestivo effetto cinematografico.
Che cosa racconta il corto? Mostra una scorribanda notturna di un motociclista per le vie di Chicago, sfrecciando ai 200km/h per le strade non così deserte, fin nei sobborghi più malfamati. Il centauro zigzaga tra le auto, poi si ferma davanti a un furgoncino abbandonato dentro il quale dorme una bambina, che ricorda una misteriosa figura apparsa verso l’inizio del corto, in una foto su una medaglietta. Che sia una figlia perduta? Non ci è dato saperlo, però il misterioso motociclista sgomma fino a un ospedale, entra in uno spogliatoio e… esce vestito da medico. Farà nascere un bambino, per poi ripartire in direzione di un molo, verso il termine della notte.
Altissima la qualità del filmato, che per altro riprende scene notturne con mitragliate di luce artificiale dei lampioni, dei fari delle auto o delle insegne luminose. Senza dimenticare la velocità del soggetto, che appunto viaggiava a 120 miglia all’ora. Si è registrato a 60 fotogrammi al secondo, una combinazione “pericolosa” per il focus, ma che ha garantito un effetto finale molto fluido. Come ad esempio in occasione dell’arrivo del centauro presso un mini-raduno di brutti ceffi in motociclette, con il protagonista immerso nel fuori-fuoco che diventa definito passando davanti al gruppetto.
Gli operatori hanno assicurato che lo stabilizzatore ottico ha funzionato perfettamente anche in condizioni stradali difficili. Non possiamo confermare dopo la prova sul campo, perché non abbiamo utilizzato altra steadicam se non il braccio e la mano. Infine una curiosità: la scena del parto è autentico e si vede. I responsabili del progetto sono stati svegliati di notte per la disponibilità di una partoriente e hanno catturato la magica scena con due D800 per primi piani e per il campo. Ah, l’intero corto è stato girato in appena due giorni.
Nel pomeriggio, la prima escursione: spostamento in autobus in compagnia del grandissimo Gunter, una guida turistica incredibile con una memoria enciclopedica, che snocciola numeri, cifre, date come in un uragano di informazioni. Appuntamento al Pier 83 (il molo 83, poco distante a dove avrebbe dovuto attraccare il Titanic) e a poche decine di metri dal museo galleggiante USS Intrepid Sea-Air-Space Museum, una portaerei ormeggiata, per il giro sull’aliscafo.
Dall’Hudson siamo risaliti verso la Statua della Libertà, per poi passare verso l’East River e attraccare nei Pier sul lato opposto dell’isola di Manhattan. La Nikon D800 è solidissima per immortalare paesaggi, merito del super sensore e dell’esposimetro Color Matrix 3D da 91k pixel. Durante il viaggio abbiamo potuto fotografare lo spettacolo di quattro moto d’acqua che si rincorrevano tra gli spruzzi e le onde.
Un’occasione per immortalare soggetti in movimento in condizioni di luce ottimale. Abbiamo così optato non solo per la modalità Manuale ma anche e soprattutto per la modalità con priorità dedicata ai tempi di posa dell’otturatore che adatta automaticamente l’apertura del diaframma, per una resa ottimale, anche a livelli spinti, soprattutto in condizione di forte luce naturale come nel caso del giro sull’aliscafo. L’obiettivo in dotazione, un 24-70mm non permetteva di avvicinarsi troppo alle moto d’acqua, ma vista la mole impressionante delle foto catturate, è possibile sbizzarrirsi con il crop (taglio) andando a zoomare e a salvare ingrandimenti sorprendenti.
Dal mare alla vernice, ci siamo spostati al 434 di Lafayette Street, poco distante, per lo spettacolo del Blue Man Group che ci hanno stupito con un’esibizione di colore, velocità, schermi giganti scorrevoli e abilità da giocolieri. Se sul giro in barca ci eravamo dedicati alla priorità dell’otturatore, qui spostiamo l’attenzione sull’apertura del diaframma (in questo caso f/2.8 e f/4 circa) che, una volta regolato un valore ISO adatto (fino a 6400), adatta automaticamente il valore della velocità del tempo di posa. In realtà i risultati migliori si ottengono via via con la modalità manuale (con velocità a 1/250, soprattutto), dato che la scena cambia in continuazione, tra fontane di vernice colorata nel buio, raggi luminosi e intermittenti e improvvisi bagni di luce.
Il secondo giorno parte con una vista nel Queens uno dei cinque quartieri di New York insieme a Manhattan, Brooklyn, Bronx e Staten Island. Oltrepassiamo l’East River per dirigerci verso un complesso solo apparentemente abbandonato, 5 Pointz – The institute of higher burning. In realtà è il cuore pulsante di writer e graffitari newyorkesi e non solo. Qui basta chiedere il permesso ed è possibile lasciare una propria opera impressa sui muri (almeno fino a quando qualcuno non la coprirà) con bombolette e stickers. Solitamente sono proibiti foto e video, ma per la nostra comitiva si aprono le porte di questa “warehouse”, situata tra Jackson Avenue, Crane Street e Davis Street. Qui proviamo la modalità automatica.
Passiamo dalla semioscurità delle scale interne, completamente avvolte da graffiti a un grande salone illuminato alla perfezione dove proviamo anche noi a lasciare un’orma del nostro passaggio, dietro la guida degli esperti writer della zona. Seguono buffet con ciambelle e caffè lungo e un’improvvisazione hip hop. Nikon D800 in modalità automatica può sembrare un insulto, ma a tutti gli effetti i produttori non possono non includere questa funzione che regola in automatico appunto tutte le impostazioni. Ci sono molti consumatori che comprano questi dispositivi e imparano un po’ per volta a usarli oppure chi usa abitualmente il manuale, ma ogni tanto si concede scatti spensierati. Insomma, come si comporta? Ottimamente davvero, anche se ogni tanto esagera con lunghe esposizioni in condizioni di scarsa luce.
Secondo appuntamento alla storica palestra Gleasons gym in New York al 77 di Front Street a Brooklyn, dove sono stati girati numerosi film sulla boxe, ultimo dei quali ha vinto due Oscar ossia Million Dollar Baby. La protagonista, Hilary Swank, si è tra l’altro allenata proprio qui.
Dopo qualche foto ai pugili in allenamento e a un avventore extralarge che rimbalza sul tappeto, ci aspetta un incontro di boxe femminile tra due campionesse juniores. Tre round, una certa cautela nei colpi, ma tanta velocità in condizioni di luce strana, con i fari sul ring che miscelano la luce solare che arriva da fuori.
Abbiamo testato le performance video di Nikon D800 scoprendo che è meglio usare il focus manuale, dunque c’è da impazzire con la ghiera, andando a rincorrere le pugili che saltano come grilli in ogni direzione. Ma non c’è la funzionalità di Tracking 3D che mette a fuoco un soggetto, lo riconosce e lo tiene sempre nitido anche quando si sposta? Sì, ma dà il meglio di sé in foto, in video non è così immediato. Ed è forse l’unico contro di questo mostro di fotocamera. A meno che non si utilizzino gli accessori (costosi) per trasformare la D800 in una videocamera digitale, come visori esterni, steadicam, follow focus e così via.
L’ultimo evento è sicuramente quello più spettacolare, a bordo di un elicottero in volo su New York. Arriviamo al Pier 6 sull’East River a nord dell’attracco del Ferry Boat verso Staten Island e a sud del South Street Seaport. E’ il Downtown Manhattan Heliport, dove i turisti si recano per guardare la Grande Mela da 500 piedi di altitudine oppure dove i manager prendono il volo verso i tetti dei grattacieli per meeting e incontri importanti. Il nostro pilota si chiama Michael, anche se si fa chiamare Michele dopo che sente parlare italiano. E’ un tipo simpatico, che vira sul nostro hotel dopo che glielo indico e si piega da un lato per farcelo fotografare meglio. Voliamo sull’Hudson, fino al confine con il New Jersey, poi sorvoliamo la Statua della Libertà e lo sguardo spazia fino al ponte di Verrazzano a Sud e alla Jamaica Bay a Est. Ritorniamo sull’East River e atterriamo. Ho usato la modalità manuale e ho nuovamente testato quella automatica, constatando che funziona proprio bene, quando si è in condizioni di luce naturale ottimale. Anche in questo caso la libertà di crop dopo aver scaricato le foto è eccezionale. A patto di aver catturato le immagini con una corretta messa a fuoco, ovvio.
Atterriamo giusto in tempo per vedere il nostro autista Angel mentre viene multato da “Palla di Lardo” di Full Metal Jacket versione poliziotto. Ma “Il gestore degli autobus, che ne ha 220 e che si chiama Francesco Tedesco – ci spiega la guida Gunter – farà in modo che la multa non arrivi a questa sera”, ci fa un’occhiolino mentre pronuncia il nome dell’imprenditore italo-americano e si imbarazza mentre ricorda che pure noi siamo italiani e dunque potremmo risentirci per i velati riferimenti. Ma non siamo permalosi, affatto. A proposito della multa a Angel, ecco l’esempio della libertà di crop:
E’ tempo di vivere l’ultima serata a New York, cenando al Tribeca Grill Restaurant di Robert De Niro, popolato dai quadri del padre. Poi si ritorna in Italia, ma non prima di vivere una mezza giornata “libera” per scattare le ultime foto tra Ground Zero alla Carlo’s Bakery del celebre Buddy Boss delle Torte, appena oltre il fiume Hudson.
Dopo il racconto del viaggio e della prova sul campo è il momento della videorecensione:
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