Google Flights è appena nato ma il servizio di ricerca (e prenotazione) di voli online sta già facendo discutere la rete. Gli utenti americani – il portale è per ora attivo solo oltreoceano – si sono gettati in massa sulla piattaforma con milioni di clic. I rivali fanno la voce grossa e accusano Google di concorrenza sleale: ormai tutte le ricerche statunitensi premiano Google Flights invece dei vari Expedia, Orbitz Worldwide e compagnia bella. Insomma, il motore di ricerca si autopromuoverebbe andando a penalizzare i concorrenti. Una storia niente affatto nuova e difficile da snodare.
Google è il motore di ricerca numero uno al mondo. Di più: è il punto di partenza verso la navigazione del web, è l’homepage di milioni e milioni di utenti e molti preferiscono addirittura scrivere l’indirizzo nella barra di ricerca invece che in quella del browser. Che poi manchino determinate conoscenze è un dato di fatto, certo. Per tutti questi motivi, la lotta del posizionamento si sta facendo sempre più aspra.
Il settore dei viaggi frutta ogni anno qualcosa come 110 miliardi di dollari e finora il settore era rimasto prerogativa dei vari portali specializzati come Expedia. Negli USA vanno molto anche Orbitz Worldwide e Priceline.com e proprio questi tre colossi si sono lamentati del comportamento di Google che dopo aver inaugurato il proprio servizio Google Flights e averlo abilitato anche all’acquisto dei biglietti, sta penalizzandoli.
Come già successo in occasione della rivolta dei vari portali aggregatori delle migliori offerte online per l’acquisto di prodotti – come Ciao, di Microsoft – Google viene accusata di mettersi al primo posto lasciando i concorrenti più lontani e così favorendo i clic “interni”. Una soluzione difficile da slegare, visto che il motore di ricerca e il servizio sono anelli della stessa catena.