Un devastante terremoto di magnitudo 8.9 ha colpito il Giappone causando anche uno tsunami che sta inesorabilmente risalendo dalla costa verso l’interno del paese. Le immagini terrificanti arrivano dai principali network televisivi, ma è attraverso la rete che si può comprendere l’entità e il dramma: ancora una volta Twitter funge da “voce del popolo” raccontando l’inquietante diretta del disastro naturale. E la versione internazionale di Google (google.com) – vedi screenshot su – lancia l’allarme per il possibile tsunami verso la Nuova Zelanda, le Filippine, l’Indonesia, Papua New Guinea, le Hawaii…
Come già accaduto per il post-elezioni in Iran e più recentemente in Egitto e nel resto del Nord Africa, Twitter funge da voce del popolo in quel caso in rivolta, in questo caso piombato nel dramma del terremoto e dello tsunami. Già dopo la tragedia ad Haiti avevamo potuto assistere al drammatico racconto sul web.
Ma il Giappone è molto più tecnologico della poverissima Haiti e così i cinguettii sono letteralmente esplosi: 1200 al minuto a Tokyo (dati: Tweet-o-Meter): persone che cercano parenti, amici che vogliono essere rassicurati, foto in diretta, richieste d’aiuto… Anche le grandi agenzie giornalistiche come Al-Jazeera hanno allestito un live feed.
Lo tsunami generato dal sisma (il settimo più intenso, mai registrato), alto fino a 10 metri, galoppa nel territorio nipponico distruggendo e trascinando tutto ciò che incontra. Il pericolo però è a 360 gradi dall’epicentro e presto l’onda potrebbe raggiungere le vicine coste nell’Indiano e le lontane nel Pacifico. Per questo Google ha lanciato un allarme direttamente sulla home page internazionale.