Web-Tv alla prova dell’Autorità Garante per le Comunicazioni che sta definendo le norme che dovranno essere rispettate dalle emittenti su Internet. Una serie di regole che saranno presto pubblicate sul sito dell’Agcom per regolamentare questo fenomeno in forte crescita: non saranno troppo appesantenti, ma al contrario aiuteranno a migliorare e a ordinare i servizi. Per quanto riguarda le emittenti amatorali molto piccole, ci sarà una sorta di iter pensato sin dal momento della nascita così da strutturare il progetto al meglio. C’è anche un limite basso, una sorta di tetto sotto al quale le regole possono non essere seguite e che riguarda buona parte delle Web-TV amatoriali.
Partiamo dall’inizio ossia dall’idea “Perché non apriamo una Web-TV?“: la risposta è identica sia per trasmissioni in diretta oppure on-demand e prevede il pagamento di una somma di 500 euro una tantum da presentare al Consiglio dell’Autorità notificando l’esistenza del servizio e senza dover attendere eventuali autorizzazioni.
Se invece si ha l’intenzione di aprire una Web-Radio ci si ferma a 250 euro sempre una tantum. In generale le regole dell’Agcom valgono per emittenti di grande entità, per capirci quelle che generano introiti superiori ai 100.000 euro all’anno.
Ma dunque il blogger che sul suo spazio personale carica ogni tanto podcast ricollegabili a “trasmissioni radio digitali” dovrà registrarsi come Web-Radio? E lo stesso dicasi per siti che caricano regolarmente video auto-prodotti? Non è chiaro ma non sembra sia il caso. Almeno si spera! Presto tutte le risposte.
Intanto Amazon ha inaugurato Studios, una web-tv talent scouting per cercare registi e sceneggiatori promettenti.