Al Cern di Ginevra il superacceleratore sotterraneo LHC ha ricreato le temperature che sono state raggiunte al momento del Big Bang, che ha dato via alla creazione e all’espansione dell’Universo. In tal modo è possibile osservare per la prima volta dettagliatamente la materia primitiva dei primissimi momenti successivi al Big Bang stesso. Temperature nell’ordine di migliaia di miliardi di gradi, mantenute ovviamente per un lasso brevissimo di tempo, che non si trovano in nessun’altra parte del cosmo nemmeno nel cuore delle stelle più bollenti. Ma ecco come è stato ottenuto e cosa ha raccontato l’esperimento in terra svizzera.
Il Large Hadron Collider, meglio conosciuto come LHC, è la vera perla del superlaboratorio del Cern, che si avvale di un esteso anello che corre nel sottosuolo per permettere l’accelerazione e la successiva osservazione delle particelle stimolate o create dalle collisioni
Per accendere migliaia di miliardi di gradi per qualche milionesimo di secondo, il Large Hadron Collider si è avvalso di collisioni di ioni di piombo, come spiega Federico Antinori che coordina le misure negli esperimenti Alice (oltre che responsabile a Padova dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare Infn): “Si è potuta osservare la materia primitiva, che era esattamente com’era prima che assumesse le caratteristiche che mostra attualmente“.
Si tratta del secondo grande esperimento al Cern dopo quello del 30 marzo scorso con collisioni tra protoni 1 che i visionari davano come pericoloso per l’intero universo. Ma cosa è successo? I pacchetti di quark e gluoni che correvano lungo i 27 km dell’anello (guarda la costruzione dell’LHC in 6 minuti) si sono sciolti dalla loro salda unione creando un miscuglio eterogeneo, una sorta di zuppa di plasma.