Medal Of Honor al centro delle polemiche: quello che è stato subito ribattezzato il Videogame sull’Afghanistan è infatti ostacolato da diversi paesi che ne richiedono la rimozione e il sequestro. L’Italia è solo l’ultima di una lista che comprende USA, Canada e Regno Unito.
Si chiede di impedire l’uscita del titolo per l’Italia visto che l’ultimo capitolo di questa saga bellica ambientata durante l’operazione Enduring Freedom permette di prendere il comando non solo della fazione americana ma anche di quella opposta, dei talebani.
Nei videogames si può fare strage di innocenti con giochi splatter, investire pedoni, è uscito anche qualche titolo – in Giappone – in cui si poteva stuprare, ma spesso e volentieri ci si gioca senza pensarci troppo su e senza dare troppo peso a queste pratiche.
Non è il caso dell’ultimo capitolo di Medal of Honor che si dedica all’operazione Enduring Freedom del 2001 e in cui si può assumere le parti degli americani o dei talebani. Il Senato si è chiesto lo stop alle vendite in memoria dei caduti.
In Medal of Honor si può impersonare tre diversi personaggi americani dei Tier 1, dei Rangers oppure degli elicotteristi per svolgere missioni nel corso dei 18 mesi delle operazioni. Realistico e perfettamente riprodotto il paesaggio da esplorare in ogni anfratto.
Qualche piccolo passo incontro della Electronic Arts, infatti l’editore ha rinominato i talebani come “fazione opposta”. Non è certo il primo né l’ultimo titolo che tuttavia permette di impersonare sia i bravi sia i cattivi come può capitare nei simulatori di guerra in cui si può, ad esempio, comandare i nazisti durante la seconda guerra mondiale. E che dire dei rivali di Call of Duty: Modern Warfare 2 in cui in una missione si poteva fare strage di civili in un aeroporto?