Google Street View è nei guai. Nuovamente: questa volta però non si tratta di un servizio fotografico non desiderato che ha immortalato immagini scabrose o private quanto qualcosa di molto meno “visibile” e più delicato. I dati personali da reti wireless aperte.
E’ lo stesso Mountain View ad ammettere la colpa sul blog ufficiale scrivendo che “Le nostre Google Car hanno involontariamente intercettato frammenti di comunicazione effettuate su reti wifi non protette da password, per tre anni“. Un nuovo guaio per big G dopo la decisione dell’antitrust italiana.
Google Street View ha dunque continuato per tre anni a far scorazzare per le vie del mondo le car non limitandosi semplicemente a fotografare strade, palazzi, persone, animali e situazioni imbarazzanti e divertenti (fatti due risate!) ma ha anche intercettato comunicazioni non protette via wifi.
La cattura e la successiva memorizzazione di questi dati è avvenuta per sbaglio, come racconta la stessa Google. Privacy e Internet sono due mondi in eterno conflitto come dimostrato dalla recente inchiesta su Facebook e, per quanto riguarda Google, sulla gestione dati un po’ farfallina su Buzz. Il New York Times lancia l’ipotesi “Google potrebbe essere incriminato per violazione delle leggi sulle intercettazioni“.